APPELLO PER UN RITORNO (anzi 3)
Ragazzi, non vi starò a dire di farvi forza, che poi passa, o cosa volete che sia. Non vi dirò nemmeno che fuori dalla vostra tana c'è un mondo meraviglioso. Non c'è. Ve ne siete accorti benissimo da soli. Però forse una cosa non la sapete. Il punto non è che voi avete bisogno della scuola, ma che la scuola ha bisogno di voi. Se cede solo uno, crolla tutto. Se si fallisce con uno, si fallisce con tutti. Quindi questo è un post egoistico: io se non tornate mi troverò in seria difficoltà. Eh già, vi sto mettendo addosso l'ennesimo fardello, me ne rendo conto, siate comprensivi. Ma a volte cedono i nervi anche qui, dall'altra parte della barricata. In certe giornate un posto vuoto in un banco fa sentire terribilmente soli. Ora che so i vostri nomi, che riconoscerei la vostra voce tra mille, che ho immaginato centinaia di volte le vostre smorfie sotto le mascherine, non lasciatemi in questo silenzio. Non posso andare avanti a parlare di poesia senza te e te e te. Senza sapere il vostro parere. Senza un'idea matta che balzi fuori da uno dei vostri cilindri, facendo saltare il banco, ribaltando le prospettive, mettendo a fuoco la maglia rotta nella mia, di rete.
Io vi aspetto al varco. Sono testarda e vi aspetto - aspetto quel varco che ciascuno di voi è per uscire da questo muro che ci stringe tutti.
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