Io ho un problema, ovvero: quando ho sonno ho sonno, e quando ho sonno tutte le altre emozioni restano come attutite e, quel che è peggio, perdo i freni inibitori. Parlo a ruota libera, esterno qualunque pensiero. Così il giorno 40 è stato breve ma intenso. Prima ho bloccato collega matematico all'ingresso solo per segnalargli che senza occhiali ha due occhi bellissimi e di non dirlo a sua moglie che magari non è il caso. E già qui, vabbè. Il peggio l'ho dato però in classe, in QUARTA, nel momento in cui alunno T si è alzato in piedi voltandomi le spalle, e io gli ho detto: "Alunno T, hai anche un bel lato B ma per adesso non mi interessa, vorrei concentrarmi sul lato A". Gli altri alunni invece non si sono concentrati sul lato A, ma su quel "per adesso" - Come per adesso prof? Perché dopo invece? Dopo le interessa? - E io ho iniziato ad arrampicarmi sugli specchi, a farfugliare robe assurde sul concetto relativo di "per adesso", a inventarmi che per adesso non è che voglia dire per forza per adesso, è un intercalare, è uno sparapunciolo, figura retorica rarissima di origine provenzale, è un frizzo un lazzo un coso un errore un che ne so. Raga dormo 8 ore e ne riparliamo, ok? Non è che si può sempre vivere sotto un rigido controllo linguistico, già tanto che ho la patta tirata su!
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